«Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode».

18 Febbraio martedì VI Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,14-21)
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane.
Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
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Dei pani moltiplicati poco prima gli apostoli non hanno capito nulla. E Gesù, cogliendo lo spunto dal fatto che stanno discutendo che non hanno pane – anche se ne hanno uno -, li invita a spostare  l’attenzione su ben altro. Perché se il pane viene fatto con il lievito, c’è un lievito dal quale è bene stare lontano e dal quale Gesù li mette in guardia: quello dei farisei e di Erode. Gente che non segue la logica di Dio né tantomeno quella di Gesù, finisce per lasciarsi prendere dal lievito della chiusura e della indifferenza o anche da quella del potere. E almeno per quel che riguarda il primo in realtà anche loro hanno il cuore chiuso e, non comprendendo che se quel pane che hanno lo donano o lo mettono nelle mani di Gesù potrà bastare a tutti, si avventurano in una discussione che non serve, incapaci di comprendere che la presenza di Gesù è molto più del pane; anzi è proprio lui il vero pane che può sfamare tutti già con la sola sua parola.