Comunione

In una riflessione Chiara Lubich diceva:

La comunità cristiana non si forma invece per motivazioni estrinseche, ma per la natura dell’amore che crea comunione. Si ha infatti bisogno di sentirsi e di venire riconosciuti “diversi” per poter essere dono agli altri. Ma per essere dono personale è necessario entrare in comunione.
Chiara è stata la fondatrice del Movimento dei Focolari insieme ad altre ragazze tra cui la nostra amata Jacqueline Dupuy che insieme al marito Alfredo Ancillotti ha portato il Rinnovamento Carismatico in Italia.
Jacqueline ed Alfredo, con i quali mio marito ed io siamo cresciuto spiritualmente, ad un certo momento del cammino hanno avuto l’intuizione che non bastava essere un gruppo per seguire Gesù ma dovevamo essere una comunità come i primi cristiani.
Nel cammino che abbiamo fatto si sono presentate varie difficoltà che hanno generato cambi di percorso, ma una strada rimaneva sempre fissa: incontrare Gesù con i fratelli. Per questo il pensiero di Chiara sintetizza il percorso da compiere: “per poter essere dono agli altri è necessario entrare in comunione”.

Essere una comunità è condividere lo stesso ambiente fisico (il cuore) in modo da perseguire fini comuni, senza la paura di donare il cuore e senza la paura di prenderci per mano. Siamo in cammino per accettarci come gli amici che “ricevono” e non soltanto gli amici che “donano”.
Il Signore ci indicherà la strada mano a mano che purificherà il nostro cuore e la nostra mente; non avremo paura dell’ascolto perché saremo guariti, e avremo piacere, beatitudine nell’essere alla presenza del Signore, senza parole davanti al Roveto Ardente. Tutto questo richiede un cambio di mentalità, un impegno personale e comunitario.

Questa riflessione è nata guardando il quadro della Madonna del Divino Amore durante la celebrazione e quanto abbiamo detto può realizzarsi:

  • con il nostro impegno, volontà
  • accompagnati da Maria, nel suo esempio
  • con la potenza dello Spirito Santo, il fuoco di vita.

Concludo con questa parola (At. 2,42-47)

Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.