«Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei».

16 Marzo Lunedì III Settimana di Quaresima
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4, 24-30)
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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Gesù si presenta nella sua vera identità di profeta. E siccome non è accolto bene, egli richiama il detto: «Nessun profeta è bene accetto in pratia». Poi egli stabilisce un confronto fra se stesso e il profeta Elia e la carestia (1Re 17,18), con Eliseo e la guarigione di Naaman (2Re,5) miracoli accordati a pagani perché disponibili al riconoscimento.
Interroghiamoci su come noi siamo disponibili al Signore che vuole venire da noi, entrare dentro di noi.